La forza del Visual Merchandising/ parte 2

Dopo aver visto nell’articolo precedente gli ambiti di azione del visual merchandising e le sue finalità occore procedere a disegnare ciò che in gergo viene definita una piastra di vendita. Questo vuol dire progettare lo spazio a disposizione. I clienti tendono a muoversi verso il centro del punto vendita, girando in senso antiorario. Volendo favorire questo flusso naturale sarebbe meglio collocare il punto di ingresso del negozio sulla destra e organizzare così le aree in zone calde e fredde.

Le zone calde sono le aree che si sviluppano dall’ingresso e includono la corsia principale, il punto di passaggio di fronte ai banchi e i punti di ingresso ai vari settori merceologici. Vanno sfruttate per esporre i prodotti di cui si vuole stimolare la vendita.

Le zone fredde si trovano invece lontane dal flusso principale di traffico e quindi dovrebbero ospitare i prodotti che esercitano una elevata attrazione perché programmati, alto rotanti o di grande impatto promozionale. Andrebbero evitati vincoli, strettoie, zone cieche.

Ogni metro quadrato del punto vendita deve garantire profittabilità, sia che venga esposto il prodotto sia che venga lasciato spazio libero. Ovviamente la superficie complessiva non ha lo stesso peso in termini di fatturato in tutti i suoi punti pertanto l’abilità consiste proprio nell’equilibrare gli spazi tra accoglienza, soste, camminamenti e attese rispetto all’esposizione e alla vendita, creando magari anche aree a tema lungo i percorsi in modo da rallentare opportunamente i movimenti e favorire la possibilità di acquisti aggiuntivi.

Una volta stabilita la destinazione delle varie aree si può determinare il Coefficiente di Occupazione dello Spazio (COS).

Esso è dato dal seguente rapporto: COS= Metri lineari a terra x100 / Metri quadrati della superficie di vendita

Più è alto tale coefficiente più lo spazio sarà denso. I punti vendita che puntano più al servizio al cliente avranno COS bassi. Da questo deriva l’analisi dei metri lineari rispetto al numero di referenze gestibili. Tali numeri permettono di capire se aggiungere o togliere prodotti in esposizione in termini quantitativi e quali referenze in termini qualitativi.

Un buon esercizio è calcolare il numero di metri lineari dedicato ad una categoria (ad esempio cibo umido per cani), calcolare il numero di referenze in quei metri lineari, il fatturato e la redditività. Da qui simulare cosa succede se diminuisco alcune referenze e ne aumento delle altre, ecc.

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Luca Scrimieri

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