“Il nostro mestiere è all’incrocio dell’arte con il commercio” dice un famosissimo pubblicitario francese.
“Padroneggiamo un discorso che si vuole efficace ma che spesso fa sorridere e, a volte, commuove.
Incontriamo talenti fra i più diversi, dagli antropologi più attenti ai registi più di moda. Sviluppiamo un’agilità unica passando, nella stessa giornata, dall’universo infeltrito delle banche al mondo in accelerazione dei computer, dall’industria leggera a quella pesante, dai prodotti freschi alle automobili.
Costruiamo marche che hanno un loro modo di parlare e che, quando riusciamo a dar loro un’anima, trasformano l’attività dei nostri clienti.
Percepiamo le vibrazioni e le pulsazioni di mercato, intimamente convinti che sia l’unica a funzionare.
Combattiamo ogni giorno per avere nuovi contratti, al ritmo di fuggiasche gare più spesso perse che vinte perché non hanno che un vincitore.
Partecipiamo ad un’arte minore che, fra cento anni, sarà uno dei riflessi più importanti della nostra epoca.
Cerchiamo di lasciare belle tracce.
Troviamo delle idee che portano semplicità a problemi complessi.
Ci alziamo ogni mattina con la speranza di innamorarci di una nuova idea, speranza che a volte non è vana.
Questo mestiere è la pubblicità. Vendiamo delle idee. Vendiamo ciò che fa vendere”.
(fonte: Jean-Marie Dru, pubblicitario francese)
GLI ULTIMI ARTICOLI